Racconti galiziani
Leopold von Sacher-Masoch
Belletristik/Erzählende Literatur
Beschreibung
Letteratura - racconti (249 pagine) - Tutte le declinazioni della steppa e tutti (o quasi) i riverberi delle complessità psicologiche (e, talvolta, psichiatriche) dell’uomo mitteleuropeo del secondo Ottocento in questi racconti proteiformi e densi di autentica esistenza.
C’è chi ha voluto vedere in Masoch un precursore delle idee femministe e leggendo certi brani di Venere in pelliccia (“Dovrei forse appartenere a un uomo che non amo più, solo perché un tempo l’ho amato?”) viene voglia di dargli ragione. Anche i racconti da noi riproposti confermano questo sospetto: le donne di Racconti galiziani (1876), infatti, sfuggono lo stereotipo della creatura sottomessa al capo branco, dimostrandosi invece pericolosamente in cima alla catena alimentare. Volitive e, a tratti, spietate riescono a rubare la scena al maschio con disinvoltura. Nessuna aspetta il principe azzurro recitando il m’ama non m’ama, anzi se lo vanno a prendere (con la frusta in mano): “il principe andò all’appuntamento; e quando lasciò il serraglio, in mezzo alle tenebre della notte, due braccia divine lo avvinghiavano e due labbra scottanti si attaccavano sulle sue”…
Leopold von Sacher-Masoch (Leopoli, 1836 – Lindheim, 1895), barone, dopo aver vagheggiato la carriera militare, intrapreso senza convinzione lo studio della matematica (e, successivamente, della chimica), aver trascorso gli anni universitari tra risse e bevute, divenne prima impiegato presso gli archivi di Vienna, poi professore di storia all’Università di Gratz e, infine, giornalista e scrittore di una certa fama. La sua opera più celebre è, senza dubbio, Venere in pelliccia (1870), romanzo erotico dedicato, semplificando, alla ricerca del piacere attraverso il dolore, che spinse lo psichiatra Richard von Krafft-Ebing a usare il cognome del nostro per identificare questo particolare tipo di parafilia: il masochismo. Si interessò al teatro e pubblicò anche romanzi e raccolte di racconti dedicati a tutt’altri argomenti (solo per fare due esempi: L’ultimo re dei Magiari, 1867, e Storie di ebrei polacchi, 1886). Morì nell’ospedale psichiatrico di Mannheim, dove la moglie lo aveva fatto internare, nel 1895 (anche se c’è chi è pronto a giurare che sarebbe invece deceduto, sempre nello stesso manicomio, ben dieci anni dopo).